sabato 28 gennaio 2012

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie

Ho rubato una celebre poesia di un vero maestro della poesia italiana,Giuseppe Ungaretti,per parlare della giornata della Memoria,che abbiamo "celebrato" ieri.
Questo argomento mi ha sempre toccato molto,pur essendo nata,per mia fortuna,42 anni dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Ho sempre considerato una ignobile barbaria tutto quello che successe in quegli anni. Non ho mai trovato spiegazioni a tutto ciò che Hitler designò in quegli anni...per quella sua razza PERFETTA...
Un'Ariano,ecco cosa dovevi essere per considerare gli anni tra il '39 e il '45 come anni memorabili,altrimenti cercheresti di nasconderli,anche se dimenticarli mi sembra impossibile.
Un'Ariano doveva essere Biondo,alto,in buona salute,ma soprattutto TEDESCO come minimo da una trentina di generazione. Le scelte erano due,o ti univi a loro,o cercavi di combatterli.
Io avrei scelto la seconda.
Non avrei mai accettato di unirmi a loro,essere complice di certe barbarie,anche se non sono ebrea,avrei cercato di combattere,molto probabilmente (visto che vivo in Emilia-Romagna,regione riconosciuta dal governo italiano come una delle più attive nella resistenza,e per questo insignita della medaglia d'oro al valor civile) sarei finita a fare la staffetta,avrei in qualche modo contribuito,esattamente come i miei bisnonni.
Grazie a un viaggio organizzato dal comune di Imola, "il viaggio della memoria", ho avuto l'onore e l'immensa gioia di partecipare di far parte della delegazione italiana alla cerimonia di commemorazione dell'apertura dei cancelli del campo di concentramento di Mathausen,in Austria.

Per una volta mi sono sentita orgogliosa di essere Italiana,orgogliosa della nostra storia,orgogliosa di ciò per cui hanno combattuto la mia bisnonna Fernanda,staffetta,il mio bisnonno Angelo,partigiano,e il mio bisnonno Giacomo ,Maresciallo dei carabinieri impegnato nella guerra d'Africa,in Abissinia .
Vederlo attraverso i film,studiarlo sui libri non è la stessa cosa. Ammetto di essermi commossa quando sono passata davanti ai forni crematori.
Dopo quel viaggio sono tornata più grande,più matura,più sensibile.
Vorrei concludere con una poesia che mi ha sempre fatto molto riflettere al riguardo.

Se questo è un uomo

 

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

 

Primo Levi

 

Jess

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